lunedì 27 novembre 2017















Nacque ad Agrigento tra il 484-481 a.C 
Egli descrive la nascita dell'universo partendo dallo spero, dove si mescolano fuoco, acqua, terra e aria. Questi principi sono eterni ed immutabili.



Secondo lui gli elementi si separano grazie all'amore e all'odio ( forze cosmiche).
Queste due forze formano un ciclo di disgregazione seguito da uno di aggregazione dove il mondo torna ad essere unito nello sfero.
Empedocle formulò la teoria della conoscenza e concezione del male, che diceva che gli uomini vedono solo una parte della vicenda cosmica e che possono conoscere la verità sul ciclo cosmico. 



lunedì 6 novembre 2017

ZENONE


Nacque ad Elea nel 489 a.C. egli sosteneva che se si ammette che la realtà è mutevole e molteplice, si cade nell'assurdo.

Zenone penso a questo paradosso su Achille e la tartaruga:
Achille non sarà mai in grado di raggiungere la tartaruga, perché lei ha un vantaggio su di lui. Mentre Achille raggiungerà il punto di partenza della tartaruga essa avrà fatto un breve tratto di strada e quindi Achille dovrà di nuovo raggiungere il punto di ripartenza della tartaruga che avrà però fatto un'altro breve tratto.




È stato il primo ad applicare un principio della logica ad un ragionamento filosofico.
Egli creò in un ambiente culturale e intellettuale.
Per Parmenide il termine "essere" comprende ciò che è comune a tutti gli enti e che esiste nella pienezza assoluta e perfetta, eterna e immobile;
Il logos è l'unico modo per arrivare alla verità;
Parmenide diceva che ,tra la realtà, la ragione umana e il linguaggio vi è identità; Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identità.
il centro della filosofia di Parmenide è l’essere. non possiamo avere una cosa che non esiste poichè essa non esiste.
l’essere (ovvero le cose ce esistono) è e il non essere (le cose che non esistono) non è 
L’essere rappresenta ciò che:
  • è ingenerato, ovvero non poteva esistere una cosa che non era, quindi l’essere è ingenerato e non avrà fine;
  •  non ha passato né futuro poichè l’essere è diverso dal non essere (“è” e basta);
  •  è senza fine poichè al di là di quella fine non è più;
  •  è indivisibile
  •  è unico
  •  è immobile poichè l’essere è immobile 



martedì 24 ottobre 2017

ERACLITO


Nacque ad Efeso tra il IV e V secolo a.C. Egli negava di aver avuto maestri e affermava di aver appreso da solo la propria sapienza.   



La sua riflesione si basava su due temi principali che erano il flusso universale e la legge dei contrari.

  • Il flusso universale diceva che nel mondo non c'è nulla che rimanga fermo, tutto è sempre in movimento. Tutto muta incessantemente e quindi tutto scorre. Ciò che simboleggia l'universo in continua trasformazione è il fuoco. 

  • La legge dei contrari o logos invece era un ordine razionale visibile solo ai filosofi. Poiché il mondo si presenta in continuo conflitto tra elementi contrari,tali elementi si presentano complementari ed esistono solo l'uno in presenza dell'altro.
    
                                      LA DOTTRINA DEL NUMERO 

Accanto alla cura dell'anima, l'altro pensiero dei pitagorici consisteva nella dottrina del numero. La vita del filosofo si caratterizza per l'ordine e la misura con cui sa tenere a freno gli istinti del corpo. 
Se contempliamo la volta celeste possiamo vedere il moto degli astri stabilito dalla legge del numero. questa legge vale anche per la musica e le arti. 
Sulla base di questo i pitagorici affermano che il principio di tutte le cose, che viene chiamato archè, non è dovuto da elementi legati alla natura,ma dal numero. 


                            IL NUMERO COME PRINCIPIO COSTITUIVO DELLA REALTÀ 
I pitagorici vedono il numero come generatore di tutte le cose.
Il numero aveva caratteristiche fisiche e geometriche e rappresentava l'unità con un punto dotato di estensione spaziale e pensavano che questo potesse generare altri numeri. 

- Da un lato vi è il dispari che è un numero limitato. Rappresenta inoltre il simbolo della perfezione in quanto tutto ciò 
che è limitato può essere misurato. 

 

- Dall'altro lato si trova il pari che è un numero illimitato e rappresenta l'imperfezione, in quanto non può essere misurato.




- Il 10 è il numero perfetto ed è rappresentato dal tetracty's, che contiene sia il pari che il dispari. la sua forma è un triangolo. 

                                                                             


  

I PITAGORICI E LA CONCEZIONE MATEMATICA DELLA NATURA

Pitagora fondò a Crotone una nuova scuola filosofica, e consentì alle donne di studiare. 
I suoi discepoli si differenziavano in:
  • ascoltatori o acusmatici che dovevano stare in silenzio e dovevano avere una rigida disciplina 
  • matematici che potevano fare domande e esprimere le proprie opinioni 
Le dottrine dei pitagorici riguardavano essenzialmente due argomenti che erano la dottrina dell'anima e la dottrina del numero.
Pitagora era mosso dal desiderio di tracciare la via di purificazione dell'anima. Infatti si pensava che dopo la morte l'anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione delle proprie colpe.  

                

martedì 26 settembre 2017

                                     GLI IONICI
                             
                                       ricercano
                      ↓                                 
            il principio unificatore dei fenomeni o archè   inteso come   - elemento e origine del tutto
                      ↓                                  - forza generatrice
                                 identificato con
             ↙      ↓      ↘                         - materia della cose
     acqua                          apeiron                          aria 
   (Talete)                  (Anassimandro)             (Anassimene)                    - legge divina ed eterna
                                                       ↓ 
                                   da cui le cose                da cui le cose 
                                   derivano per                  derivano per
                                 separazione dei               rarefazione e 
                                       contrari                    condensazione
GLI IONICI E IL PROBLEMA DELL'ARCHE'

LA PRIMA RIFLESSIONE FILOSOFICA: 
I primi filosofi affascinati dallo spettacolo dei fenomeni naturali, cercavano una risposta razionale a domande come: 
  • qual'è l'origine dell'universo?
  • come si spiega la vita sulla terra?
  • perché le cose sono come sono e accadono come accadono? 

La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia intorno ai secoli VII - VI a.C. per cercare una risposta a questi interrogativi. coloro che inaugurarono questo pensiero furono Talete, Anassimene e Anassimandro, che possedevano alcune conoscenze fondamentali di carattere tecnico-scientifico. inoltre essi cercarono di spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologici facendo ricorso alle cause naturali. hanno inoltre individuato una causa, un principio originario da cui tutte le cose derivano: l'ARCHE' rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che e ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo.


ognuno intendeva diversamente tale principio: 

TALETE: L'ACQUA COME PRINCIPIO ORIGINARIO
pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione che ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza. probabilmente le esperienze a cui fa riferimento Talete sono:
  • il parto e quindi la "rottura delle acque"
  • più in generale una descrizione verosimile di quello che immaginava fosse l'universo: all'inizio esisteva solo il grande Oceano, da cui si è sviluppata la vita; pertanto l'acqua è l'elemento fondamentale.
ANASSIMANDRO: L'APEIRON COME FONDAMENTO DEL REALE
con lui la filosofia approfondisce la sua diversità dai miti cosmogonici. egli usò il termine archè e individuò la sostanza primordiale che è all'origine dell'univers, in un principio indeterminato detto apeiron (senza confini). lui parla di apeiron che ritiene che il principio da cui derivano tutte le cose non possa identificarsi con una di esse, ma debba essere una sostanza indistinta. lui si pone anche il problema del modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale, ritiene infatti che si tratti di un processo di separazione e differenziazione governata da una legge necessaria chiamata Dike. sostiene quindi che a separare le cose dal fondo unitario ci sia un movimento rotatorio, dal quale si generano infiniti mondi.
Ἄναξίμανδρος….ἀρχήν….εἴρηκε τῶν ὄντων τὸ ἄπειρον….ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοῖς οὖσι, καὶ τὴν φθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεὼν διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆς ἀδικίας κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν.  
(Principio degli esseri è l’apeiron, la polvere della terra e del tempo, il suo flusso infinito…Da dove gli enti hanno origine, là hanno anche la distruzione in modo necessario: le cose che sono tutte transeunti, infatti, subiscono l’una dall’altra punizione e vendetta per la loro ingiustizia secondo l’ordine del Tempo…)
— Anassimandroin Simplicio, “Commentario alla Fisica di Aristotele”, 24, 13 (DK, B 1)
ANASSIMENE: L'ARIA COME PRINCIPIO DELLE COSE 
lui si occupò di ricerche naturalistiche. identificava l'aria o il respiro come principio primo, paragonando la vita dell'universo con la vita dell'uomo.
« Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero. »
(Anassimene, unico frammento delle sue opere rinvenuto) 
lui attribuisce al principio primo i caratteri dell'infinità e del movimento incessante : l'aria è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento.  
















lunedì 11 settembre 2017

Le condizioni per la nascita della filosofia

La riflessione filosofica si sviluppò nelle colonie greche della Ionia in Asia Minore, in particolare a Mileto, Efeso, Colofone, Samo. Qui si respirava un'atmosfera di libertà e di vivacità intellettuale sconosciuta altrove. Qui si forma una nuova classe di cittadini, che creò la prima forma di democrazia, basata su una richiesta di isonomia, ovvero "uguaglianza di
fronte alla legge".


Le modalità della ricerca filosofica nella Grecia arcaica

In Grecia ci imbattiamo principalmente in scuole filosofiche, cioè gruppi di uomini che conducevano una vita comune, ma con una forte solidarietà di pensiero. queste comunità erano legate dal vincolo della ricerca e dal bisogno di comunicare le proprie conquiste intellettuali. le scuole filosofiche non miravano all'insegnamento ma erano delle vere e proprie comunità di vita, in cui si dibattevano problemi teorici, si mettevano in comune difficoltà e dubbi, si condividevano scelte e soluzioni pratiche. 

Le scuole filosofiche

I principali filosofi che operarono tra il VII e il V secolo a. C. si possono raggruppare: 
  • gli ionici
  • i pitagorici
  • gli eraclitei
  • gli eleati 
  • i fisici pluralisti
Socrate, Platone e Aristotele che ebbero molti discepoli con cui dialogare e riflettere, rappresentano il pensiero più maturo della filosofia greca classica.




















Il termine "filosofia" significa letteralmente "amore per la sapienza", amore che nasce dallo spontaneo senso di meraviglia suscitato negli uomini dalla bellezza delle cose. su questo Aristotele diceva: 

"Gli uomini, sia nel nostro tempo sia dapprincipio, hanno preso dalla meraviglia lo spunto per filosofare, poiché dapprincipio essi stupivano dei fenomeni che erano a portata di mano e di cui essi non sapevano rendersi conto, e in un secondo momento, a poco a poco, procedendo in questo stesso modo, si trovarono di fronte a maggiori difficoltà, quali le affezioni della luna e del sole e delle stelle e l'origine dell'universo."

Aristotele afferma che per natura tutti gli uomini tendono alla conoscenza, perchè hanno l'impulso di chiedersi il perchè di tutte le cose. in base all'etimologia il filosofo non possiede la sapienza ma la cerca. si tratta quindi di un sapere che permette di approfondire e chiarire gli aspetti fondamentali della vita, rispondendo agli interrogativi sul senso dell'esistenza, su come distinguere il vero dal falso, su come conseguire la felicità ecc.